domenica 23 agosto 2020

Videotrappolare è bello! Prima parte: considerazioni generali.

 Attenzione, nessun animalista/ambientalista convinto se l'abbia a male, qui non si parla di trappole in termini di oggetti atti a offendere/privare della libertà l'animale, bensì di strumenti elettronici il cui scopo in questo caso è di riprendere la fauna durante il suo normale comportamento, con la totale esclusione di presenza antropica, e quindi con l'immenso vantaggio di poterne studiare il comportamento "a distanza", col solo obbligo di prelevare periodicamente le schede di memoria per la visualizzazione dei video o delle foto.     

           Raccomando la visualizzazione dei video a schermo pieno.    

Dopo questa doverosa premessa, e dopo alcuni mesi di pratica, scrivo alcune mie considerazioni sull'uso delle fototrappole, limitatamente alla poca esperienza fatta, dal punto di vista tecnico e pratico.

 

                                   Poiana in volo nel bosco (rallentato)

Innanzitutto, perchè dedicarsi al video/foto trappolaggio?

Escludendo gli scopi venatori, in genere quello che fa scattare la molla è la curiosità. E nel mio caso ero tremendamente curioso di scoprire come si muove una volpe nella notte, come caccia la faina, ero curioso di vedere famigliole di cinghiali transitare nei miei prati, volevo vedere a cosa servono tutte quelle buche che scava il tasso, volevo vedere il corteggiamento dei caprioli, la lotta tra i maschi.

Tutte cose per le quali occorre avere mooolto tempo disponibile, tempo che non sempre si ha, e così accanto agli appostamenti propriamente fotografici, ho allestito quest'altra attività parallela di monitoraggio del territorio. Mi consente di "tenermi informato" su cosa succede in certe zone, e costituisce una buona base di conoscenza da sfruttare per successive sessioni di fotografia.

                  Famiglia di cinghiali, suidi dalle abitudini crepuscolari e notturne.

 Cosa fare prima di iniziare?

Beh, qualunque attività non si improvvisa, e il foto/video trappolaggio non fa certo eccezione, come per la fotografia (e io lo ritengo una branca importantissima della fotografia naturalistica!) sono necessari studio, applicazione, lunghe camminate nei boschi e molte, molte ore trascorse alla ricerca di tutti quei segni che ci suggeriscono che lì c'è presenza di selvatici. 

                          Cinghiali, transito di cinque esemplari.

Impiegare quindi settimane per individuare i percorsi dei selvatici (sono sempre quelli, in quanto gli animali passano sempre sul medesimo percorso) oppure altre tracce, come buche nel terreno (tasso), zolle rivoltate (cinghiale), tracce di predazione (volpe, lupo, faina...).

I luoghi di abbeverata sono tra le migliori scelte, in genere le tracce che conducono all'acqua sono ben visibili perchè percorse da tantissimi animali.

                               Capriolo maschio transita lungo il ruscello.


                                              Volpe di passaggio

Quanto deve durare una sessione di videotrappolaggio? 

Dipende da quanto lontano si trovano i nostri aggeggi, dal tipo di animale, dalla sua scarsa o alta osservabilità, se si vuole filmare una specie elusiva come il lupo potrebbero volerci mesi e mesi, nel caso di caprioli, cinghiali, volpi, anche in una sola notte, se il luogo scelto è favorevole, si possono avere diversi avvistamenti.

In genere io faccio un sopralluogo ogni 15 giorni, per controllare lo stato della videotrappola, se è stata spostata accidentalmente, se è danneggiata, se le batterie sono ancora in buono stato, per variarne l'inquadratura, oltre a sostituire la scheda di memoria.

 

 Duello tra caprioli maschi, un minuto di lotta sotto il temporale.

 All'inizio, come sto facendo io che sono neofita, si vuole un po' di tutto, ma poi, man mano che si affinano conoscenze e tecniche ci si concentrerà su una o poche specie, oppure determinati momenti della vita di quella specie; c'è chi impiega mesi, o anche anni per filmare il lupo, oppure l'accoppiamento dei caprioli, oppure i bramiti dei cervi, insomma c'è da sbizzarrirsi.

Tutto rose e fiori dunque? Una volta piazzata la fototrappola, non si deve fare altro che prelevare periodicamente la scheda di memoria e visonarne il contenuto, comodamente seduti al nostro computer? 

Non è proprio così, c'è un problema contro il quale non c'è molto da fare, cioè il pericolo di FURTO delle nostre videotrappole. Qui, ancora una volta, il solo responsabile è l'uomo. Gli animali possono solo danneggiarle, sporcarle, rosicchiarle, spostarle, ma il fatto è che lasciando incustoditi i nostri attrezzi, ci si espone al concreto rischio di vedere sparire tutto il lavoro fatto, per non parlare del danno economico. Nel caso di grossi e importanti progetti di monitoraggio le videotrappole sono chiuse dentro delle custodie a prova di scasso, ma nel mio caso inizierebbe a diventare piuttosto dispendioso e impegnativo. 

Ci sono diversi modi di attenuare il problema. Per esempio si deve curare moltissimo la mimetizzazione del dispositivo, e anche se non si tratta di un intervento risolutivo permette di dormire sonni abbastanza tranquilli. Un'altra soluzione potrebbe essere di destinare a luoghi " a rischio", una vecchia videotrappola malfunzionante, in questo modo si sceglie di "sacrificarla", se non vien toccata bene, se viene rubata perderemo solo una manciata di euro dal punto di vista economico, anche se naturalmente non sapremo mai quali documenti ci siamo persi.

Molti appassionati fanno proprio così, spesso le video trappole di bassa qualità (quasi tutte le cinesi), iniziano a dare problemi di affidabilità, e a questo punto prima di buttarle si posizionano appunto in luoghi " a perdere".

 

Nel prossimo articolo analizzeremo i due modelli di fototrappole che utilizzo al momento, scoprendone le differenze che occorre sapere per spendere bene i propri denari.

Un ringraziamento ai partecipanti del thread "Fototrappolaggio naturalistico", https://www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=3690509,  che tante info utili mi hanno dato.



 

domenica 9 agosto 2020

La foto raccontata. Orso-che-corre

Gli Orsi mi hanno affascinato, da sempre. Tanto da leggere, studiare, cercare di capire. Viaggi per osservarli, dall'Alaska alla Finlandia.
 
Questa foto è stata scattata in Finlandia, più precisamente nella regione della Carelia, durante le ore notturne, si vede subito che l'orso non è quell'animale statico, lento, che siamo portati a immaginare. Qui, questo esemplare giovane, erano due fratelli, è venuto a contatto con  altri maschi più anziani, e se l'è data...a zampe.
Aveva terminato da poco di piovere, e il terreno era una spugna imbevuta d'acqua, ho rischiato molto tenendo un tempo più lento del solito (1/125 sec.), ma questa foto è abbastanza nitida, il muso e la testa mantengono abbastanza dettaglio, e al contempo c'è quella cosa che io mi sforzo sempre di ricercare, il dinamismo.
Gli schizzi dell'acqua sollevata dal terreno completano il tutto.


Cliccate sull'immagine per osservarla al meglio!

In tempi come questi dove si parla molto di orsi, della loro interazione non facile con gli esseri umani, di incidenti, di minacce di abbattimento, di fenomeni come M49 che si fa beffe delle recinzioni e che per ben due volte fugge dalle costrizioni alle quali è stato condannato, mi sembra giusto mettere questa immagine.
Vai M49, corri libero, spensierato e felice, facciamo il tifo per te!