Oggi butta così.😊
Dopotutto, questo blog non si chiama forse "Scatti e Pensieri"?
Wisława Szymborska è una poetessa polacca, premio Nobel 1996 per la letteratura.
Poesie essenziali, le sue. Il loro pregio è di riuscire a trasportare il lettore dentro mondi lontanissimi dal proprio modo di pensare. Nella seguente poesia, che mi colpisce particolarmente, fa parlare una pietra, e ci fa capire cosa vuol dire non avere una mente, essere appunto una pietra. Nella mia ignoranza, non scrivo altro, vi lascio alla lettura.
Conversazione con una pietra.
Busso alla porta della pietra.
− Sono io, fammi entrare.
Voglio venirti dentro,
dare un’occhiata,
respirarti come l’aria.
−Vattene − dice la pietra.−
Sono ermeticamente chiusa.
Anche fatte a pezzi
saremo chiuse ermeticamente.
Anche ridotte in polvere
non faremo entrare nessuno.
Busso alla porta della pietra.
− Sono io, fammi entrare.
Vengo per pura curiosità.
La vita è la sua unica occasione.
Vorrei girare per il tuo palazzo,
e visitare poi anche la foglia e la goccia d’acqua.
Ho poco tempo per farlo.
La mia mortalità dovrebbe commuoverti.
− Sono di pietra − dice la pietra −
e devo restare seria per forza.
Vattene via.
Non ho i muscoli per ridere.
Busso alla porta della pietra.
− Sono io, fammi entrare.
Dicono che in te ci sono grandi sale vuote,
mai viste, belle invano,
sorde, senza l’eco di alcun passo.
Ammetti che tu stessa ne sai poco.
− Sale grandi e vuote − dice la pietra −
ma in esse non c’è spazio.
Belle, può darsi, ma al di là del gusto
dei tuoi poveri sensi.
Puoi conoscermi, però mai fino in fondo.
Con tutta la superficie mi rivolgo a te,
ma tutto il mio interno è girato altrove.
Busso alla porta della pietra.
− Sono io, fammi entrare.
Non cerco in te un rifugio per l’eternità.
Non sono infelice.
Non sono senza casa.
Il mio mondo è degno di ritorno.
Entrerò e uscirò a mani vuote.
E come prova d’esserci davvero stata
porterò solo parole,
a cui nessuno presterà fede.
− Non entrerai − dice la pietra.−
Ti manca il senso del partecipare.
Nessun senso ti sostituirà quello del partecipare.
Anche una vista affilata fino all’onniveggenza
a nulla ti servirà senza il senso del partecipare.
Non entrerai, non hai che un senso di quel senso,
appena un germe, solo una parvenza.
Busso alla porta della pietra.
− Sono io, fammi entrare.
Non posso attendere duemila secoli
per entrare sotto il tuo tetto.
− Se non mi credi − dice la pietra −
rivolgiti alla foglia, dirà la stessa cosa.
Chiedi a una goccia d’acqua, dirà come la foglia.
Chiedi infine a un capello della tua testa.
Scoppio dal ridere, d’una immensa risata
che non so far scoppiare.
Busso alla porta della pietra.
− Sono io, fammi entrare.
− Non ho porta − dice la pietra.
Wisława Szymborska
(Traduzione di Pietro Marchesani)
da “Sale”, Libri Scheiwiller, 2005