venerdì 9 dicembre 2022

Colpi di luce (passeggiate autunnali)

 L'aria è frizzantemente fresca in questo tardo pomeriggio di novembre. 

Le foglie scricchiolano sotto la suola degli scarponi. Ma ce ne sono ancora molte sugli alberi di castagno, un foliage che dura oltre il previsto complici le temperature ancora oltre le medie stagionali.


Sto camminando da un paio d'ore, pomeriggio impegnativo, ci sono le videotrappole da controllare, la fototrappola da regolare, batterie esauste da sostituire.

Mi prendo il tempo di guardarmi intorno, osservo il percorso di camminamento di un gruppo di cinghiali, sono quelle femmine coi piccoli, si tratta della seconda gravidanza dell'anno.

Imbocco una vecchia via sterrata, devo raggiungere la sommità di un colle che è lo spartiacque tra due valli.



 

                                           ...la valle di qua....

 

                                           ...e la valle di là...
   

Passo dopo passo, mi imbatto in tavolozze di colori che solo nelle fervide menti dei più grandi pittori











Scendendo, dopo avere sistemato le mie cose, è già tardi, la luce sta calando in fretta, nel sottobosco colpi di luce qua e la'. Ma è un momento magico, mi devo fermare quasi a ogni passo perchè ad ogni metro si dipinge uno scenario nuovo.





 

L'ultimo sguardo è per lui, il lontano Monte Rosa. Con la sua mole domina e sorveglia tutta la pianura, come un castello medievale che si erge sul contado circostante.


 

 

venerdì 29 luglio 2022

Passaggi...pillole di videotrappolaggio.

Ho montato questo video che riassume i primi sei mesi di videotrappolaggio del 2022.

 

Sei mesi di riprese diurne e notturne, di innumerevoli passaggi di caprioli, cinghiali, volpi, prede, predatori, oltre a intermezzi ventosi, piovosi, nevosi, addirittura una violenta grandinata. Le videotrappole, una in particolare, sono state posizionate in luoghi remoti, sui punti di passaggio dei selvatici. 

Si scoprono cose interessanti, e sto imparando molto sul comportamento degli animali, ben più che leggendone sui libri. A volte succede che una volpe rimanga quattro (4) ore sdraiata sotto la videotrappola, dormicchiando, grattandosi e stiracchiandosi, e che la videocamera ti riprenda decine e decine di video, magari mentre dorme.

Ho deciso di non montarci su nessuna colonna sonora, la "musica" di sottofondo è quella della Natura, il vento, lo scricchiolio delle foglie secche, il calpestio degli zoccoli sul terreno, il cinguettio degli uccelli.

Spero vi piaccia.

Buona visione, e ricordatevi di mettere un like sul video di youtube. Se vedo che è piaciuto a molti, ne condividerò altri.



sabato 18 giugno 2022

Biecai, il lago che appare e scompare.

 

E' sabato Primo Maggio, un  tempo incerto, tra un timido sole e brutti nuvoloni scuri. La voglia di salire la Valle Ellero è tanta, così come la voglia di provare il nuovo grandangolo, e allora afferro lo zaino già pronto, come sempre, dalla sera prima, e si parte.

Quest'anno con l'auto arrivo quasi fino alla fine della strada, sotto il Cars le valanghe non sono cadute, quindi risparmio un bel po' di passi.

Meta è il lago Biecai, non lontano dall'inizio della camminata. Ma prima di arrivarci, a Pian Marchisa, uno spettacolo mi attende, la fioritura dei crocus è già in pieno sviluppo, un'effervescenza colorata di bianco, giallo, blu e violetto.


 




Salendo dal rifugio Garelli verso il lago, vengo investito da una pioggia ghiacciata, la temperatura è vicina allo zero, incontro solo un paio di escursionisti, ma vado avanti lo stesso. Dopo pochi minuti le gocce di ghiaccio cessano di sferzarmi il viso, ma le nuvole brutte e nere rimangono.

Arrivo alla mia meta. Paesaggio che sembra preso pari pari da Grande Inverno di Games of Thrones, manca solo che dalle colline intorno si faccia avanti l'esercito dei non-morti. 


Ecco, a proposito di morti, pure i resti di un bovino forse assalito dai lupi.   

Il meteo è estremamente mutevole, come si vede dalle foto che seguono; un momento prima sembra che debba scatenarsi Giove Pluvio, un attimo dopo spunta il sole. Osservo i nuvoloni minacciosi: decido di rimanere ancora un po', l'atmosfera è da favola. Sono solo adesso, c'era solo un gruppetto di alcune persone, che hanno già alzato i tacchi in direzione della via del ritorno.


Gironzolo per parecchio intorno al lago, osservando queste stranissime formazioni simili a tanti panettoni. Il Biecai è un lago effimero, l'acqua lentamente filtra attraverso il terreno calcareo svuotando il bacino già nei mesi di giugno-luglio ma progressivamente la quantità primaverile di neve in discioglimento è andata abbassandosi negli ultimi anni, e questo inverno siccitoso e con poche precipitazioni nevose ha dato un mezzo colpo di grazia privandoci dello spettacolo del lago colmo di acqua. Quello che vedete nelle foto è in pratica il fondo del lago, dove lo scorrere incessante di mille rigagnoli ha frantumato il fondo in migliaia di grosse "zolle" spugnose di terra. 

 

Per il resto, solo un po' di neve (poca...) a coprire la conca.


 Decido di ritornare, un ultimo sguardo agli innumerevoli fiori che costellano i pendii,  


...e poi via, verso il fondo valle, dove il sole non ha mai smesso di splendere.



P.S. lo scopo di questa giterella era sì di ammirare i paesaggi delle nostre valli, ma anche di provare il nuovo obiettivo per la Nikon Z, il 14/24 f/2,8. Tutte le foto sono state scattate con questa lente. Prova superata con successo totale, ma ne parlerò in un articolo dedicato.




 

domenica 22 maggio 2022

Momenti di Primavera nel sottobosco.

 

Durante ogni primavera, tra i mesi di marzo e aprile, mi piace dedicarmi alla ricerca dei  primissimi fiori che iniziano a fare timidamente  capolino tra gli strati di vecchie foglie del sottobosco. Un’attività appagante oltre che rilassante e piacevole, che ogni anno mi insegna qualcosa sullo sterminato mondo dei fiori selvatici. 

Corydalis cava. 300 mm, 1/125 sec., f/5.6, iso 800

 

         Dente di cane (Erythronium dens-canis). Sempre una delle primissime fioriture del sottobosco. 14/24 S f2,8, a 14 mm., f/11, 1/250 sec, ISO 500.

 

Anemoni, 14/24 S f2,8, a 14 mm., f/11, 1/250 sec, ISO 500
 
  Sempre tra le prime fioriture, Campanellino di primavera (Leucojum vernum). Malgrado la persistente siccità, ho scovato in un bosco una piccola zona umida dove ne sono fioriti a migliaia.


 

 
 
 La sempre presente Hepatica nobilis (Erba trinità), che si staglia splendente sullo sfondo scuro del sottobosco...

 
...oppure che fa capolino tra le foglie secche.
 

Nikon Z6II, 600 mm AFS VR, 1/800 f/4.0, ISO 400, treppiede. 
 
 
 

Violette, 300 mm, 1/320 sec., f/5.6, iso 400.
 
 
Le specie viste finora sono molto comuni e si trovano, per quanto riguarda la loro distribuzione altudinale, dai 300 ai 7/800 metri.
 
Se saliamo di quota, intorno ai 1200-1500 metri, in praterie rase alpine e sub-alpine, dalla metà di aprile, nevi permettendo, si trovano le prime orchidee spontanee.
 
 



Dactylorhiza sambucina (cosiddetta perchè emana un odore di sambuco)
 
Ma qui non siamo più nel sottobosco, bensì in un pratone alpino, quindi stiamo andando fuori tema... 
 
 
Infine, e concludo, osservando che capita ogni tanto, di fare incontri, in genere sfuggenti, con le creature a quattro zampe che popolano i boschi.
 
 
 
Appena mi ha visto...Capriolo maschio. 70-200 2,8 FL a 200 mm, 1/640 sec., f/7.1, iso 1000.
 
 Tutte le foto sono state scattate con la Nikon Z6II. Per quanto riguarda le ottiche, ho spaziato dal 14 al 600 mm. Il che vale a dire che non ci sono limiti all'impiego di qualunque focale.
 
 
 


 

giovedì 7 aprile 2022

Punti di ripresa...abbassarsi è importante (per neofiti del genere).

Mi è venuto in mente di scrivere queste righe in una primavera arida ma ugualmente ricca di fiori che mi diverto a riprendere in ogni modo. Magari a qualcuno potrebbe essere utile sapere come cambia drammaticamente, e generalmente in meglio, il soggetto delle nostre foto a seconda sia della posizione dell'occhio del fotografo che di quella della fotocamera.

Il primo scatto, eseguito in ginocchio, fotocamera all'occhio, quindi 70/80 cm dal suolo.

                               Corydalis cava. 300 mm, 1/320 sec., f/4, iso 800

 Nella foto sotto, dalla stessa distanza e direzione, semplicemente abbassato con la fotocamera a livello suolo. Stessi parametri di prima, stesso tutto (cambia solo leggermente il tempo perchè ero a modalità di diaframmi, ma del tutto ininfluente ai fini dell'inquadratura).

                                                       300 mm, 1/500 sec., f/4, iso 800 

Davvero un'altra foto.

Altro esempio.

Prima foto: scatto in piedi.

                                    300 mm, 1/125 sec., f/5,6, iso 800 

 Seconda foto: scatto in ginocchio.


Terza foto: fotocamera rasoterra. Tutta un'altra storia. Semplicemente accovacciati al suolo e tenendo la fotocamera sul terreno.

 

Non ho utilizzato il treppiede, tutti gli scatti sono stati ottenuti a mano libera. Non sarebbe infatti possibile poggiare la fotocamera al suolo con un treppiede, anche allargandone al massimo le gambe. La testa a sfera ha una sua altezza, che influirebbe negativamente sull'altezza di lavoro.

Pertanto, in questo caso specifico, con terreno in piano, si procede a mano libera.

Se invece, il terreno presentasse un qualche dislivello, allora sarebbe possibile utilizzare lo stativo, ma questo è stato oggetto di un altro articolo (qui di seguito un esempio).

 

Torniamo al piano.

Aiuta molto, è il caso di dirlo, il monitor basculabile. Naturalmente lo stesso risultato si ha anche con le fotocamere a monitor fisso, ma bisogna sdraiarsi a terra. E in una giornata come quella di oggi, con la pioggia e il terreno bagnato, non sarebbe stato troppo agevole.

Concludendo, è davvero il caso di porre attenzione al punto di ripresa delle nostre foto, visto come cambia drammaticamente il risultato finale in  funzione della posizione del fotografo rispetto al soggetto.

Senza contare l'impatto positivo che l'atto della flessione e dell'estensione degli arti inferiori ha sul nostro fisico. I nostri glutei, i quadricipiti e gli ischiocrurali ci ringrazieranno!

sabato 29 gennaio 2022

2021, il riassunto fotografico.

 Eccoci qui, per un excursus di quanto fotograficamente ho tirato fuori dal trascorso anno.

Ancora dodici mesi di pandemia, ancora un anno, per me, senza viaggi.

Un anno che mi ha tuttavia visto usare intensamente la Z6II, mirrorless di Nikon, in quelle poche uscite che sono riuscito a racimolare. Ma anche la D850, la "vecchia" reflex che ha lavorato più di quanto mi aspettassi, e mi ha regalato bellessime soddisfazioni. Questo riguardo il mero mezzo.

 Ho iniziato con il giorno dell'Epifania, alcune ore dopo un'abbondante nevicata. Una giornata con sole splendido.

Il vecchio Campanile.
 


 
 
I primi mesi dell'anno sono stati avvincenti, molte ore trascorse in capanno, soprattutto nelle giornate più fredde e nevose, quando gli animali sono più confidenti...
 
 
 


 

 PRIMAVERA

Il mese di marzo mi ha visto alle prese con piccoli fiori selvatici, davvero minuti e poco visibili, ma decisamente "fotogenici".


                          Hepatica nobilis, sottobosco di marzo.

 
 
 

 

  
 
Mi ha sempre intrigato lo still life, tentare di direzionare, modellare, padroneggiare la luce, chi mi ha insegnato anni fa ad usare i flash da studio non sa che penso sempre ai suoi passati insegnamenti ogni volta che mi appresto a posizionare flash e fondali.
 Calle, marzo. Chissà perchè mi è venuto in mente di titolare questa foto "L'Angolo Oscuro di Dumas", una frase che lessi in qualche racconto. Se questa foto fosse un romanzo, con un titolo così Sellerio me lo pubblicherebbe sicuro...

 
Cambiamo genere, decisamente. Scorci, paesaggi? Non ne vado matto, ma la verità è che la fotografia di paesaggio costa grande fatica, fatica fisica, ecco. Qualcuno lo faccio sì, durante le molte escursioni, ma se queste non sono finalizzate alla fotografia, poche volte tiro fuori la fotocamera, e solo se vedo una luce che mi interessa, oppure una particolare combinazione di luce/ombra, come l'esempio sotto.
 
  
Maggio: un po' di sole, un po' di pioggia, il verde, il bianco, il giallo, il grigio.
(Z6II, 70/200). Mi sembrava insultante non fare una foto (che tra l'altro non rende giustizia), a uno spettacolo del genere. 
Ne sto facendo fare una stampa da 100 per 70 centimetri.
Che poi, ho già decine di stampe così, e dove me le metto? Chiederò alla Regina Elisabetta di affittarmi un'ala di Buckingham Palace.



                                     Alaska? Patagonia? Rocky Mountains?
                                No, le nostre Alpi, riprese con un teleobiettivo. 
                                              (Z6II, 500 f/5,6)
 
 
 ESTATE
 
La Via Lattea? Ma naturalmente! Non potevano mancare un paio di uscite, in compagnia la prima di Fabrizio, giovane ingegnere che ha abbandonato per una sera i suoi calcoli astrusi per accompagnarmi, la seconda con Simona, brillante Social Media Manager (ho scritto giusto Simo?), la quale, essendo donna, arriva là dove noi poveri maschietti proprio non arriviamo.
 

La Via Lattea con Fabrizio...scura, seria, riflessiva come Fabrizio...
 
 
...e quella con Simona, luminosa ed effervescente.
Z6II, 24/70 2,8 Z.
 

 Dicevo della D850, fotocamera ancora stupenda, nella foto qui sotto era posizionata in modalità camera traps, a immortalare i notturni abitanti dei boschi...giorni, giorni e giorni di stazionamento sui sentieri di passaggio.
 
 

 Faina in corsa...credetemi un supplizio, settimane di osservazione con la videtotrappola, dopodichè posizionare flash, macchina, mesi di tentativi infruttuosi, ma alla fine una foto a casa l'ho portata. Per me, è la mia foto dell'Anno, la metto decisamente al primo posto, sia per il fatto che fa parte di un progetto fotografico che mi vede completamente alle prime armi, sia per lo sbattone micidiale a fare in modo che tutti i particolari collimino tra loro.
 
 
Un paio di primissime mattine estive  mi hanno visto alle prese con un vecchio obiettivo macro su un sensore di ultima generazione. I risultati non sono affatto sconfortanti...




 
 

                                            Z6II, 50 MACRO AIS F3,5

 AUTUNNO 
 
In questo periodo abbiamo avuto la fortuna di un clima pazzesco, e un foliage che sembrava non dovesse finire mai...le foglie non volevano saperne di staccarsi dagli alberi...me ne sono andato un pomeriggio in alta Valle Pesio e ho potuto godere di luce, colori e forme meravigliosi...










 Ma i colori caldi delle foglie e degli alberi in autunno contribuiscono anche a creare degli sfondi di colore pazzeschi, che esaltano le fattezze dei loro piccoli abitanti i quali, avvertendo i primi freddi in arrivo, già si affollano alle mangiatoie che ho già provveduto a riempire di semi e larve...
 
 
 
 
 
 

 

 
 
E quando i primi freddi arrivano per davvero, e con essi la prima neve, anche il Picchio verde ti diventa vegano...


 
 
 Per finire in bellezza, due grandissime soddisfazioni fotografiche, arrivate proprio negli ultimissimi giorni di dicembre, la prima, il giorno di Natale, un Corvo imperiale che si concede all'obiettivo mentre si spilucca uno dei miei cachi sotto una pioggerellina tenue.
 
 Buon appetito! (D850 e 600 afs vr con 1,4x).


La seconda, il 31 dicembre, ultimo mattino dell'anno, la collina di Mondovì Piazza col Monte Rosa sullo sfondo, poco prima del sorgere del sole. Uno spettacolo che va in cartellone pochissimi giorni ogni anno. Una levataccia per essere sul sentiero all'ora giusta, ma lo spettacolo ha ampiamente ripagato!
 

 (D850, 70/200)

Il post è diventato lungo, non mi è facile condensare un anno di foto, e molte immagini non le ho inserite, ma ringrazio tutti quelli che si sono soffermati!