giovedì 21 gennaio 2016

Nikon F4, il dinosauro (un po' di vintage)


Fotocamera non particolarmente amata dai nikonisti, lenta come AF, pesante e ingombrante, “bulky”, come dicono gli americani. Complessivamente meno maneggevole e con una proliferazione di comandi rispetto alla mitica F3, che non a caso continuò ad essere prodotta in parallelo all’ultima nata.

Disegnata da Giugiaro, ne sono sempre rimasto affascinato, fin da quando uscì sul mercato (anche se ero troppo giovane e ancora non seriamente interessato alla fotografia), ma l’avevo vista negli anni ’90 in mano a mio cugino che la adoperava per riprese a teatro e tanto era bastato a fare scoccare la scintilla.
Ma fu soprattutto leggendo il mitico numero 1 della rivista "La biblioteca del fotografo", dal titolo Fotografare nella natura, dove rimasi affascinato a guardare le foto con cui John Shaw ritraeva fiori e animali degli Stati Uniti, e nelle didascalie si leggeva immancabilmente "F4", oppure "F3". Era il 1992, e la rivista costava 22.000 lire. La pubblicità della Nikon F4 campeggiava in quarta di copertina, accompagnata dallo slogan: "E' mia, la esigo".

Studiandone le caratteristiche scoprii che su questa macchina Nikon aveva posto particolare attenzione al problema dell’ammortizzazione dello specchio, il cui ribaltamento provoca vibrazioni dannose.
Forse al tempo la casa giallo-nera non richiamò a sufficienza l’attenzione dei fotografi su questa caratteristica. Peccato, era una chicca.

C’è chi dice che la F4 fu una delle realizzazioni più infelici di nikon, che per colpa dell’autofocus primitivo si verificò un forte flusso di professionisti verso Canon, la quale all’epoca già sfoggiava una EOS 1n con un sistema di messa a fuoco più evoluto, ma è anche vero che fu un cavallo di battaglia di grandi fotografi come Frans Lanting, Joel Sartore, Galen Rowell, Gerd Ludwig,  oltre che di noti e apprezzati fotografi divulgativi come il già citato Shaw e Moose Peterson.
Forse non tutti sanno che….

…era composta da 1750 pezzi, di cui 200 nel meccanismo dell’otturatore e altrettanti nel mirino-pentaprisma.
…che disponeva di un commutatore a mercurio che “riconosceva” quando la macchina era in verticale e aggiustava la disposizione delle aree di rilevazione del matrix.
…che l’otturatore era prodotto nello stabilimento Nikon Ohi Plant a Tokio, mentre il pentaprisma era costruito in una fabbrica vicina, la Nikon Tochigi Plant a nord di Tokio, dove erano prodotte anche le lenti. La fotocamera veniva poi prodotta nella fabbrica Nikon Mito Plant.
…che i molti collaudi prevedevano un riscaldamento fino a + 70°C e un raffreddamento a -40°C, dopo i quali il “pezzo” veniva riutilizzato per provarne l’efficienza.
…che accetta tutte le ottiche con baionetta F, comprese le non-Ai (in stop-down), e perfino le due ottiche progettate con la F3AF.
…che il Matrix, seppur primitivo, funzionava anche con le Ai-Ais.
…che l’otturatore era testato per 150.000 cicli.
...che con vetri 5,6 o ancor meno luminosi lo stigmometro ad immagine spezzata dello schermo tipo B, (che non era fornito di serie), sulla F4 non si scuriva. Questo consentiva di utilizzarlo per mettere a fuoco con obiettivi non troppo luminosi, come il 400/4 duplicato.
...la F4 è la prima fotocamera pro ad avere la slitta flash STANDARD sul pentaprisma.
...aveva a disposizione 4 mirini diversi, adatti a diverse situazioni di ripresa.

La F4 con le lenti G (prive di anello diaframmi) funziona solo in P ed in S, NON funziona in A ed in M).

Alcuni anni fa me ne sono comprata una “pari al nuovo” in versione “S”, da Fotomuraro, ancora con il tagliando sulle tendine dell’otturatore. Per una cifra simbolica.

Personalmente ho sempre trovato un po’ caotica la sistemazione dei comandi sul frontale della macchina, quelle tre leve-con-pulsante confondono le idee e risulta difficile agire su questi comandi andando al tatto senza vederli. Me ne feci una ragione, e oggi...non è che la usi poi molto. :occhiali:


 La versione F4"s", con l'MB-21










 A sinistra il selettore dei tempi, con pulsantino superiore di sblocco, a destra il correttore dell'esposizione.






Il selettore del sistema di esposizione, forse il selettore dei tempi è troppo vicino col risultato di avere poco spazio tra i due.


Il famoso METER COUPLING LEVER: cioè la famosa levetta posta sul bocchettone portaottiche che permetteva di montare le ottiche non-AI utilizzando la misurazione in stop-down.
coupling.jpg






metercouplerlever.jpg













Alcune foto scattate con la F4s:





Mi sono divertito anche a usarla dietro a un teleobiettivo moderno come il 600 AFS VR.





e con il vecchio 15 mm f/3,5 AIS...










Un ringraziamento a Valerio Brùstia e Max Aquila per i loro suggerimenti.


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