Scrivo questa breve ma spero utile experience sul campo per dimostrare come l'antico e il moderno si possano utilizzare pienamente su una fotocamera mirrorless dell'ultima generazione come la Nikon Z6II.
I professionisti della macro stiano tranquilli, questo scritto non è dedicato a chi sa comporre macro eccelse, piuttosto a chi vuol saperne un po' di più sull'uso pratico di questi strumenti, e spero possa aiutare qualcuno che inizia questo tipo di fotografia a portare a casa qualche buon scatto.
Il vecchio Micro Nikkor f3,5 AIS l'ho acquistato a una modica cifra, usato, alcuni mesi fa e devo dire che anche se non risolve pienamente su un sensore modernissimo come quello delle mirrorless odierne, è comunque un'ottica macro di notevoli prestazioni, piccolo e leggerissimo (240 grammi).
Prodotto, in versione AI, dal 1977, raggiunge un rapporto di riproduzione pari a 1:2, e raggiunge il rapporto di 1:1 con l'utilizzo del tubo di prolunga PK-13.
Ma in questo primo mattino molto nuvoloso di fine luglio l'ho portato in cerca di insetti per qualche foto a distanza ravvicinata.
Poi il solito immancabile treppiede Gitzo e lo scatto da remoto, dove utilizzo sempre i miei immancabili Pocket Wizard i quali, anche se ingombrano 'na frisa (un briciolo, in dialetto piemontese), sono comodissimi da usare.
Zygaena, a grande distanza...
E poi molto più vicino ( circa 25 cm.)
Ovviamente gli anni si vedono e questo macro risulta perdente a confronto sia del 60 micro AFS e ancora più del 60 G (in ambito reflex), per non parlare dell'ultimo 50 micro Z da pochissimo uscito. Ma in ogni caso non sfigura, qui un particolare:
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