domenica 14 marzo 2021

Sottobosco di Marzo.

 Preambolo brevissimo: amo andare per boschi. Da quando ero piccolo.

Posso dire di avere imparato quasi ogni sentiero, ogni sasso, ogni albero di una piccola vallata delle mie zone dove sono cresciuto, e dove mio nonno mi fece osservare, a occhi sgranati, più di 40 anni fa, una talpa fare capolino dal suo mucchietto di terra.

Torniamo a oggi. A marzo inizia la primavera, di fatto. Ce ne accorgiamo dal canto degli uccelli, che di colpo si fa sentire con canti e richiami dalle mille tonalità, dalla neve che si scioglie, dai primi tepori. Dal verde vivo che inizia a invadere i prati.

 

Lo si nota anche nei boschi, sebbene di meno, o meglio nel sottobosco, visto che gli alberi sono ancora tutti spogli, ma sul terreno iniziano le prime fioriture. Sono fioriture timide, dominate dalle gialle primule, che spesso fanno la loro comparsa anche ben prima di marzo. Quest'anno, complici le basse temperature, hanno ritardato anche loro.


Questa volta però mi soffermerò a parlarvi di un piccolo fiore, che spesso e volentieri passa inosservato al nostro sguardo perchè così piccolo da restare semisepolto dalle foglie cadute in auttunno, e che eppure punteggia di brillanti colori violetto il terreno del sottobosco, dipingendolo con tenui tonalità di verde scuro bianco e blu-viola. Il suo nome volgare è Erba trinità, quello scientifico Hepatica nobilis e appartiene alla grande famiglia delle Ranunculacee. Si tratta di una pianta lievemente tossica (può provocare dermatiti da contatto).

Il suo periodo di fioritura va da febbraio ad aprile, il mese di marzo è quello migliore per cercarla.

Erba trinità (Hepatica nobilis).
 
 
f/5,6, 1/80 sec. Iso 100
 
In passato era considerata un Anemone, vista la forte somiglainza dei fiori, successivamente  venne considerata come specie a sè stante.
 
f/5,6, 1/125 sec. Iso 100

I fiori hanno un diametro di 2-3 centimetri e la pianta presenta un particolare fusto sotterraneo, detto rizoma, che ogni anno emette radici e fusti avventizi.
 
f/8, 1/25 sec. Iso 100
 
 

f/8, 1/40 sec. Iso 100
 
 In questa occasione, avevo in mente delle foto particolari, volevo privilegiare la sottoesposizione, e fare emergere la forma e il colore del fiore dal "buio" del sottobosco. 
 

f/4, 1/250 sec. Iso 100
 
 

f/4, 1/640 sec. Iso 100
 
 
Per fare questo è tassativo fare le solite cose ovvie (che andrebbero fatte SEMPRE in queste occasioni...), e cioè usare un TREPPIEDE, che possa abbassarsi fino a livello del suolo, lavorare in MANUALE, fissando la sensibilità su un dato valore e lavorando di tempi e diaframmi in funzione del risultato cercato, disporre di un ESPOSIMETRO esterno, utilizzare uno SCATTO REMOTO (anche se la mancanza di specchio nelle mirrorless aiuta molto a contenere le vibrazioni).
 

f/5,6, 1/250 sec. Iso 100
 
 
 
 f/4, 1/125 sec. Iso 100
 
E soprattutto indossare indumenti da battaglia, rassegnandosi al fatto di doversi sdraiare al suolo, di sporcarsi, di scivolare sulle foglie umide, di obbligare il fisico a contorcimenti e slogamenti vari.


 

f/6,3, 1/400 sec. Iso 100.

Variante con fiori bianchi, a dire il vero in tutto il bosco che ho perlustrato ne ho viste solo un paio, contro le centinaia delle altre. f/4,5, 1/250 sec. Iso 100.

 L'ATTREZZATURA UTILIZZATA
 
 
 
Per queste riprese ho utilizzato la Nikon Z6II, e non disponendo di un'ottica macro, ho scelto di impiegare il 300 mm F/4 PF, piccolo leggero e molto performante, mantenendo distanze molto maggiori mi ha consentito di isolare il soggetto dal contesto, consentendomi di ottenere esattamente le foto che volevo.
 
 

La Z6II mi ha soddisfatto pienamente, avevo anche con me la D850 che ho soltanto  utilizzato per le riprese dell'insieme Z6/300 mm, ma ha fatto cinque foto in tutto. 

Quali i vantaggi che ho riscontrato nell'utilizzo? A me piace molto magnificare "con l'occhio a mirino" una porzione ingrandita, utilissima per controllare la corretta messa a fuoco sul fiore, impagabile è poi la possibilità di variare la coppia tempo/diaframma vedendo in anteprima a mirino come verrà la foto, e ciliegina sulla torta il monitor basculabile senza il quale si rimedierebbero solamente fastidiose algie.

La macchina dialoga perfettamente con i miei Pocket Wizard III e IV (quest'ultimo come receiver montato sulla slitta superiore e collegato con cavetto dedicato), utilizzati come scatti da remoto.

La prospettiva è tutto. Purtroppo questi fiorellini hanno un'altezza variabile dai 5 ai 15 cm. Io consiglio sinceramente di usare un treppiede senza colonna centrale (i miei due Gitzo nascono già senza di esse, ma sono concepiti per l'uso con pesanti teleobiettivi), in molti treppiedi è comunque possibile asportare la colonna.

In questo modo è senz'altro possibile abbassarsi di molto sul terreno e unitamente all'effetto tele del 300 mm si scatta veramente a livello altezza fiorellino.





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