giovedì 31 dicembre 2020

Carrellata di fine anno!

Giunto alla fine di questo Annus Horribilis vi regalo una breve carrellata di quello che ho combinato (fotograficamente parlando), riconoscendo che i forzati periodi di chiusura hanno fatto riscoprire a tutti quei piccoli angoli dimenticati dietro casa, che sono in grado di regalare emozioni a volte uniche (e non è una frase fatta, come vedrete tra poco).

Inzia l'anno con l'inverno, e i suoi piccoli infreddoliti abitanti:



Ma ben presto arrivano le chiusure, e quindi mattine trascorse dalla finestra di casa a fare birdwatching, cogliendo il microscopico Scricciolo che fa una capatina fuori dai suoi cespugli di edera:

Oppure scoprire che ..toh, il Picchio rosso maggiore frequenta anche la riva sull'Ellero...i Monregalesi capiranno!

Ma la primavera arriva, e io mi rifugio nei miei boschi quando posso...

...oppure sulle montagne intorno...


 A giugno giusto il tempo di fare una capatina lungo il fiume e osservare l'accoppiamento dei Gruccioni, l'estate è arrivata col suo tripudio di Vita e Colori...




  

A luglio non puoi non provare a riprendere dalla finestra di casa la cometa Neowise, risultato 'na schifezza di foto, ma la conservi perchè dà pur sempre una piccola emozione.


Intanto inizi a sperimentare con le videotrappole, e così scopri che nei tuoi boschi e nei tuoi prati transita una considerevole mole di mammiferi, prede e predatori...

 Lotta tra maschi

Poiana in volo rallentato 

Tasso

And...the Winner is..... 

 il Lupo è passato di qua!

Ecco, appunto...vicino vicino eh... l'Emozione più grande del 2020, tale da farmi sobbalzare dalla sedia quando ho visionato il video della mia Browning, una tarda sera d'autunno. 

Chissà dov'è adesso.., non ho condiviso la posizione con nessuno tranne che a una guida naturalistica, mi piace pensare che il mio lupetto sia vivo e in salute, in barba a tutti i nostri problemi di coviddi....che lui tanto nemmeno sa cos'è....

Torna l'autunno, e con esso i colori forti e caldi...

 


 


 ma arriva anche la seconda ondata, e durante il conseguente lockdown, ci si allena in casa...

 

E, così come era iniziato con l'inverno, l'anno si conclude con la neve...

 


 


Concludo con l'Augurio a tutti quelli che sono caduti in quest'anno, di rialzarsi col sasso in mano!


 

 

 

mercoledì 25 novembre 2020

Il Lungofiume Stura: puntate di natura (numero 1)

Il fiume Stura di Demonte, lungo poco più di 115 chilometri, che nasce al confine tra Italia e Francia, e che si getta nel Tanaro, è un corso d'acqua importante per noi della provincia di Cuneo e molto significativo per chi ama la natura, la osserva, la studia, la fotografa. Le sue rive sono frequentate da escursionisti, pescatori, cacciatori, ornitologi, fotografi, con questi ultimi sempre più numerosi da alcuni anni a questa parte.

Innanzitutto, è un fiume capriccioso, violento, dall'impetuoso carattere torrentizio, almeno fino a Demonte.
Le sue piene sono violente, impreviste, a volte fatali. Cambiano la morfologia del territorio in un baleno. Ogni anno ripassi in certe zone e non le ritrovi più, semplicemente.

Insomma, qui nella sua valle la fa da padrone, lo Stura, da sempre.
Ma non è un padrone cattivo, anzi.
Le sue acque, le sue sponde, gli isolotti di sabbia e ghiaia, pullulano di vita, offrono cibo, riparo, ospitalità a un numero altissimo di animali.



Molti anni fa, partecipando a un incontro di ornitologi della provincia, venne pronunciata una frase che mi torna in mente ogni volta che vengo qui sul fiume: "Il fiume Stura è un'autostrada".

In mezzo al fiume, placido e dal caratteristico colore blu delle nevi sciolte, nel mese di gennaio.

Lì per lì non capii, ma subito dopo venne la spiegazione: esso è una importantissima rotta migratoria di tantissime specie di uccelli (preponderanti i rapaci), che attraversano i valichi della Lombarda, della Maddalena e di Collalunga, si dirigono poi in Provenza, e poi giù nella Spagna, e poi ancora giù attraverso Gibilterra, arrivano in Africa, nei loro siti di svernamento. Da fine agosto a fine settembre se ne vanno e a maggio arrivano. Molto importante è il monitoraggio di agosto e settembre, dove, da appositi siti (e spesso da distanze siderali visto che veleggiano anche a 4000 metri di quota) si osservano molte migliaia di passaggi, spesso concentrati in poche ore/giorni.


La "storica" migrazione delle gru, nel novembre 2018.

Basta questo per comprendere l'importanza enorme di questo ecosistema che da milioni di anni si sviluppa e continua ad evolversi.
L'Uomo prova a cambiare il corso del fiume, sono sorte città, strade, fabbriche, ma ogni tanto il Fiume ci ricorda quanto siamo piccoli, e si riprende un pezzo di argine là, dove scorreva prima.


Accoppiamento tra Gruccioni, primavera.

Cardellino Juvenes, tra i cardi, mese di giugno.



Una inattesa comparsa in mezzo alle canne, mese di dicembre.



Il Dormiglione...sotto un temporale di giugno.


..."Smetterà di piovere?"...sembra pensare il Falco cuculo. Mese di maggio.


Siti utili per approfondire:

https://www.migraction.net/index.php?m_id=1510&year=0&graph=&frmSpecies=0&frmSite=98&langu=it

http://www.cuneobirding.it/

http://www.piemonteparchi.it/cms/index.php/natura/item/2790-rapaci-i-grandi-veleggiatori-della-valle-stura

mercoledì 18 novembre 2020

Nikon Z6II: inizio di una nuova avventura.

La Z6II è finalmente arrivata, aperta con trepidazione la scatola nera in pochi minuti ho familiarizzato con le funzioni base senza bisogno di consultare i manuali, che comunque leggerò mano a mano che procedo con l'utilizzo della fotocamera.


Scrivere una recensione personale è sempre una cosa molto seria, che va fatta dopo molti mesi di uso dello strumento, quello che vi fornisco al momento sono brevi esperienze d'uso, dei piccoli "highlights", incentrati sui miei generi fotografici.


Alcune foto scattate in casa con il 105 1.4E, mentre familiarizzo con i comandi:
Messa a fuoco velocissima, anche via FTZ non avverto ritardi.

                                           1/10 sec.  f/1.4, ISO 140

     

                                                 1/10, f/1.4, ISO180

 

Una delle primissime foto scattate, un collaborativo Picchio muratore, jpeg nativo, solo ridimensionata, NR impostato su OFF, 12500 ISO.


Nikon Z6 II, AF dinamico, Nikon AF-S 500mm f/4 E FL ED VR, FTZ, 1/2500 f/6.3, ISO 12500, treppiede; siamo lì come distanza, intorno a quei tre metri e mezzo.


 

Nikon Z6 II, AF dinamico, sempre il Nikon 500mm f/4 E FL, FTZ, 1/1250 f/4.0, ISO 2000, treppiede. L'aggancio al soggetto è ottimo e molto veloce, anche in presenza di molti rami e nonostante lo sfondo molto confuso. Giornata molto nuvolosa. File jpeg on-camera. Leggero crop compositivo.


 

 Nikon Z6 II, AF dinamico, Nikon AF-S 500mm f/4 E FL ED VR, FTZ, 1/2500 f/5,6, ISO 11400, treppiede, anche qui jpeg nativo.


Impagabile poter scattare nel silenzio assoluto utilizzando la funzione "scatto silenzioso", sebbene a volte inserisca lo scatto "normale", che risulta comunque molto attutito in assenza di ribaltamento dello specchio, ma sempre piacevole all'orecchio.


Niente prove su BIF (Birds In Flight), il lockdown impedisce di recarsi lungo il fiume Stura, mio luogo preferito per questa pratica, e quindi dovrò pazientare. Potrei provare con i colombi o le cornacchie dal balcone di casa, ma la popolazione è davvero scarsa...


...continua...  

domenica 1 novembre 2020

Il tempo è arrivato...

 Il 27 dicembre 2019 scrivevo queste parole

"Già, e le mirrorless? La Z6, la Z7, la Z50?
Al momento non so. Ci sto riflettendo. 
Scartata a priori la Z50 per i miei usi (ma naturalmente mi auguro abbia uno strepitoso successo di vendite), probabilmente a oggi forse una Z6 al minor prezzo possibile sarebbe una possibile scelta.
In tutta onestà devo anche dire che non le ho provate a fondo.
Anche se...dalla mole di informazioni lette ho maturato una mia opinione: le ritengo prodotti acerbi, lanciate da Nikon in un momento di fretta e furia per contrastare lo strapotere di Sony nel settore.
Ma la curiosità di averne una e di usarla a fondo è tanta. Perchè solo l'uso personale continuo di un oggetto consente di poterne dare un giudizio esaustivo.
E perchè occorre iniziare (sono ormai in ritardo lo so, lo so...) a impratichirsi col nuovo sistema, in attesa che arrivino da Nikon le ML quelle "serie".
Per il mio genere fotografico, temo possano generare problemi di incertezza nella messa a fuoco in determinate situazioni-limite. Ad ogni modo quando mi doterò di una di esse, mi divertirò a spremerla al massimo.
Sarà un 2020 elettrizzante!"

Ma ancora prima, in un post di aprile 2019 scrivevo queste altre parole:

" ma qui sta il punto: DEVO INVESTIRE OGGI MIGLIAIA DI ALTRI EURO, PER ACCORGERMI CHE .....TOH...FACCIO LE STESSE FOTO, DUNQUE LE Z SONO ALL'ALTEZZA DELLE MIE REFLEX!!!
(lo stesso ragionamento varrebbe per Canon e tutti gli altri produttori).

Io non discuto che le Z (rimango in ambito Nikon), siano ottime macchine, e con obiettivi performanti, e riconosco l'indubbio vantaggio in termini di ingombri  e portabilità del sistema Z+ 24/70 f/4 S + 14/30 che adotterei su due piedi se solo tornassi a viaggiare per visitare capitali in mezzo mondo come facevo anni fa.
Ma fino a quando il sistema non sarà maturo, non farò nessun passaggio, quindi niente prima generazione Z, vedremo presto la seconda generazione, e chissà che una Z9/Z10 possano già fare al caso mio, ma adesso non vedo un solo motivo valido per passare al nuovo mondo del mirino elettronico."

 Vi invito ad andarveli a leggere. 

 https://brunomora.blogspot.com/2019/12/2019-e-tempo-di-bilanci-fotografici.html

 https://brunomora.blogspot.com/2019/04/passaggio-mirrorless-si-o-no.html

Questo post ne è la continuazione.

Il 2020 è quasi terminato, senza essere elettrizzante anzi, il Covid ha stravolto vite, abitudini, progetti. 

In questi mesi ho avuto modo di riflettere parecchio sulle potenzialità del sistema mirrorless. E seppur con un certo "timore", rinfrancato però dai miglioramenti fatti da Nikon negli ultimi diciotto mesi, mi sono deciso.

Prenderò una mirrorless, e sarà la Z6 II. L'ho già preordinata e spero mi arrivi verso la metà di novembre.

Ma l'entusiasmo non è mai calato, e io vedo questa mia scelta come una ripartenza decisa, ci lasciamo il passato alle spalle e ci fiondiamo nel futuro.

La Z6 II dicevo. La ritengo la scelta migliore, un upgrade della precedente, c'è chi lo definisce importante, chi meno. Forse se già avessi avuto una Z6 mi sarei tenuto quella, e tanti saluti. Invece inizio una nuova avventura fotografica da qui. 

Lo dico subito: mi piace il sistema ml per i vantaggi in termini di:

  1. pesi e ingombri ridotti (D850 e 24/70 hanno un certo impatto, specie in escursioni in montagna lunghe e impegnative, come nel mio caso).
  2. qualità eccelsa delle nuove ottiche Z.
  3. interfaccia che ricalca quella delle reflex Nikon.

 Nikon, ovviamente. Non sono un fan boy, sono semplicemente troopo soddisfatto di quello che mi hanno consentito di fare le mie Nikon in tutti questi anni. 

E sono contento di avere ammazzato le "sirene" di altri marchi quand'erano piccole...

Seguiranno aggiornamenti. 

domenica 23 agosto 2020

Videotrappolare è bello! Prima parte: considerazioni generali.

 Attenzione, nessun animalista/ambientalista convinto se l'abbia a male, qui non si parla di trappole in termini di oggetti atti a offendere/privare della libertà l'animale, bensì di strumenti elettronici il cui scopo in questo caso è di riprendere la fauna durante il suo normale comportamento, con la totale esclusione di presenza antropica, e quindi con l'immenso vantaggio di poterne studiare il comportamento "a distanza", col solo obbligo di prelevare periodicamente le schede di memoria per la visualizzazione dei video o delle foto.     

           Raccomando la visualizzazione dei video a schermo pieno.    

Dopo questa doverosa premessa, e dopo alcuni mesi di pratica, scrivo alcune mie considerazioni sull'uso delle fototrappole, limitatamente alla poca esperienza fatta, dal punto di vista tecnico e pratico.

 

                                   Poiana in volo nel bosco (rallentato)

Innanzitutto, perchè dedicarsi al video/foto trappolaggio?

Escludendo gli scopi venatori, in genere quello che fa scattare la molla è la curiosità. E nel mio caso ero tremendamente curioso di scoprire come si muove una volpe nella notte, come caccia la faina, ero curioso di vedere famigliole di cinghiali transitare nei miei prati, volevo vedere a cosa servono tutte quelle buche che scava il tasso, volevo vedere il corteggiamento dei caprioli, la lotta tra i maschi.

Tutte cose per le quali occorre avere mooolto tempo disponibile, tempo che non sempre si ha, e così accanto agli appostamenti propriamente fotografici, ho allestito quest'altra attività parallela di monitoraggio del territorio. Mi consente di "tenermi informato" su cosa succede in certe zone, e costituisce una buona base di conoscenza da sfruttare per successive sessioni di fotografia.

                  Famiglia di cinghiali, suidi dalle abitudini crepuscolari e notturne.

 Cosa fare prima di iniziare?

Beh, qualunque attività non si improvvisa, e il foto/video trappolaggio non fa certo eccezione, come per la fotografia (e io lo ritengo una branca importantissima della fotografia naturalistica!) sono necessari studio, applicazione, lunghe camminate nei boschi e molte, molte ore trascorse alla ricerca di tutti quei segni che ci suggeriscono che lì c'è presenza di selvatici. 

                          Cinghiali, transito di cinque esemplari.

Impiegare quindi settimane per individuare i percorsi dei selvatici (sono sempre quelli, in quanto gli animali passano sempre sul medesimo percorso) oppure altre tracce, come buche nel terreno (tasso), zolle rivoltate (cinghiale), tracce di predazione (volpe, lupo, faina...).

I luoghi di abbeverata sono tra le migliori scelte, in genere le tracce che conducono all'acqua sono ben visibili perchè percorse da tantissimi animali.

                               Capriolo maschio transita lungo il ruscello.


                                              Volpe di passaggio

Quanto deve durare una sessione di videotrappolaggio? 

Dipende da quanto lontano si trovano i nostri aggeggi, dal tipo di animale, dalla sua scarsa o alta osservabilità, se si vuole filmare una specie elusiva come il lupo potrebbero volerci mesi e mesi, nel caso di caprioli, cinghiali, volpi, anche in una sola notte, se il luogo scelto è favorevole, si possono avere diversi avvistamenti.

In genere io faccio un sopralluogo ogni 15 giorni, per controllare lo stato della videotrappola, se è stata spostata accidentalmente, se è danneggiata, se le batterie sono ancora in buono stato, per variarne l'inquadratura, oltre a sostituire la scheda di memoria.

 

 Duello tra caprioli maschi, un minuto di lotta sotto il temporale.

 All'inizio, come sto facendo io che sono neofita, si vuole un po' di tutto, ma poi, man mano che si affinano conoscenze e tecniche ci si concentrerà su una o poche specie, oppure determinati momenti della vita di quella specie; c'è chi impiega mesi, o anche anni per filmare il lupo, oppure l'accoppiamento dei caprioli, oppure i bramiti dei cervi, insomma c'è da sbizzarrirsi.

Tutto rose e fiori dunque? Una volta piazzata la fototrappola, non si deve fare altro che prelevare periodicamente la scheda di memoria e visonarne il contenuto, comodamente seduti al nostro computer? 

Non è proprio così, c'è un problema contro il quale non c'è molto da fare, cioè il pericolo di FURTO delle nostre videotrappole. Qui, ancora una volta, il solo responsabile è l'uomo. Gli animali possono solo danneggiarle, sporcarle, rosicchiarle, spostarle, ma il fatto è che lasciando incustoditi i nostri attrezzi, ci si espone al concreto rischio di vedere sparire tutto il lavoro fatto, per non parlare del danno economico. Nel caso di grossi e importanti progetti di monitoraggio le videotrappole sono chiuse dentro delle custodie a prova di scasso, ma nel mio caso inizierebbe a diventare piuttosto dispendioso e impegnativo. 

Ci sono diversi modi di attenuare il problema. Per esempio si deve curare moltissimo la mimetizzazione del dispositivo, e anche se non si tratta di un intervento risolutivo permette di dormire sonni abbastanza tranquilli. Un'altra soluzione potrebbe essere di destinare a luoghi " a rischio", una vecchia videotrappola malfunzionante, in questo modo si sceglie di "sacrificarla", se non vien toccata bene, se viene rubata perderemo solo una manciata di euro dal punto di vista economico, anche se naturalmente non sapremo mai quali documenti ci siamo persi.

Molti appassionati fanno proprio così, spesso le video trappole di bassa qualità (quasi tutte le cinesi), iniziano a dare problemi di affidabilità, e a questo punto prima di buttarle si posizionano appunto in luoghi " a perdere".

 

Nel prossimo articolo analizzeremo i due modelli di fototrappole che utilizzo al momento, scoprendone le differenze che occorre sapere per spendere bene i propri denari.

Un ringraziamento ai partecipanti del thread "Fototrappolaggio naturalistico", https://www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=3690509,  che tante info utili mi hanno dato.



 

domenica 9 agosto 2020

La foto raccontata. Orso-che-corre

Gli Orsi mi hanno affascinato, da sempre. Tanto da leggere, studiare, cercare di capire. Viaggi per osservarli, dall'Alaska alla Finlandia.
 
Questa foto è stata scattata in Finlandia, più precisamente nella regione della Carelia, durante le ore notturne, si vede subito che l'orso non è quell'animale statico, lento, che siamo portati a immaginare. Qui, questo esemplare giovane, erano due fratelli, è venuto a contatto con  altri maschi più anziani, e se l'è data...a zampe.
Aveva terminato da poco di piovere, e il terreno era una spugna imbevuta d'acqua, ho rischiato molto tenendo un tempo più lento del solito (1/125 sec.), ma questa foto è abbastanza nitida, il muso e la testa mantengono abbastanza dettaglio, e al contempo c'è quella cosa che io mi sforzo sempre di ricercare, il dinamismo.
Gli schizzi dell'acqua sollevata dal terreno completano il tutto.


Cliccate sull'immagine per osservarla al meglio!

In tempi come questi dove si parla molto di orsi, della loro interazione non facile con gli esseri umani, di incidenti, di minacce di abbattimento, di fenomeni come M49 che si fa beffe delle recinzioni e che per ben due volte fugge dalle costrizioni alle quali è stato condannato, mi sembra giusto mettere questa immagine.
Vai M49, corri libero, spensierato e felice, facciamo il tifo per te!
 

giovedì 25 giugno 2020

La foto raccontata. La Volpe "wild".

Inauguro con questo post la rubrica "La foto raccontata", che avrà cadenza mensile, e che racconterà, come si può intuire, qualche retroscena sulla foto che verrà presentata.
Squillino le trombe e rullino i tamburi, si va a incominciare!

La prima foto che presento, in realtà è un fermo immagine di un video.
Un video girato pochi giorni fa, dalla videotrappola piazzata da diverse settimane al limitare di un bosco, dove ho individuato tracce del passaggio di diversi mammiferi.

Tra tanti, tantissimi caprioli e qualche cinghiale, aveva già fatto capolino la Volpe, ma finora tutto ciò che ero riuscito a raccogliere era un pezzo di coda.
Ho fatto diverse settimane di "appostamento" (una sessione di videotrappolaggio deve durare come minimo una settimana, ma io faccio trascorrere anche un mese, se il luogo è sicuro dalle manoleste).
Così, tra aggiustamenti continui della posizione della videotrappola, perchè bisogna centrare la giusta altezza nonchè la giusta angolazione, finalmente sono riuscito a riprendere questo bellissimo Canide selvatico.



Quasi completamente immersa nell'erba, silenziosa nel suo ambiente, stava probabilmente iniziando la caccia, vista l'ora del passaggio.
Forse è una mamma, e mi piace pensare che da qualche parte, in qualche remota tana, piccoli volpacchiotti pelosi attendono il ritorno della mamma con il cibo, e intanto lottano e giocano tra loro.

Una volpe vera, che sono contento di avere ripreso in questo modo, senza forzature, si è bloccata un attimo, forse si è accorta dei led della videotrappola, ma una frazione di secondo, poi ha ripreso il suo cammino, furtiva, silenziosa, verso la sua preda.

Concludo mostrandovi il video, di pochi secondi, ma che racconta più di molte parole.



Qui sotto il link al mio canale youtube:
https://www.youtube.com/watch?v=57JZZrNnH4M&feature=youtu.be


domenica 12 aprile 2020

La nuova Policar!

"Al crescere dell'età cambia solo il tipo di giocattolo".
Non so chi l'ha pronunciata, ma direi che è vera solo in parte. La passione e il ricordo per il gioco per eccellenza della nostra infanzia, quella bellissima pista Polistil ( ma per tutti era Policar), sono rimasti per tutti questi anni.
 Nel gergo degli appassionati i tracciati di questo tipo, con i binari, si chiamano piste slot, e le auto che ci vanno sopra slotcars.




Ne regalarono una anche a me, papà e mamma, proprio un Natale di cui non ricordo l'anno, proprio quella che si vede nella foto sotto, quella con le dune buggy e il fondo ondulato con la riproduzione delle dune...ci passai anni a giocarci...e a incazzarmi come una iena perchè le macchinine saltavano sempre fuori, oppure ogni tanto si piantavano lì, ferme, e non volevano saperne di ripartire.
Ne ho perso tutti i pezzi, li ho cercati non li ho più trovati, oggi una pista come quella in ottime condizioni costa carissima, eh beh è un gioco vintage, ci sta pure.
(foto prese dal web)

Tutti ci hanno giocato, una volta nella vita. Ma proprio tutti.

Dagli anni '60 ad oggi...

Questo ricordo, ha covato sotto le ceneri per quarant'anni, poi è esploso come un vulcano islandese (l'Ejafjalla...sì insomma quello lì).
Volevo, dovevo farmi una pistina (non di quella robina bianca, non pensate male :-)), da tenere montata in casa e girarci mille, centomila, un milione di volte. Mi sono documentato minuziosamente, ho compulsato siti, forum di appassionati, ogni antro del web, e ho scoperto un universo di appassionati, di club, di marchi, di sistemi.
Domande e dubbi mi tormentavano e creavano a loro volta altri mille dubbi.
Analogica classica o digitale?
Carrera (eccellenza tedesca), oppure Ninco, spagnola, ormai defunta? 
Scalextric? SCX?
Tutti marchi ottimi, davvero, ognuno con le sue peculiarità, ciascuno vanta schiere di fan in tutto il mondo.

Poi, un bel giorno, apprendo che Polistil, rinata da poco ma con una grande voglia di fare nuovamente cose belle, si è rimessa in moto, il cuore del design è a Reggio Emilia (guardacaso...), si è messa in collaborazione con Slot.iteccellenza italiana del mondo slot. 
Slot. it è un marchio di Galileo Engineering, azienda familiare italiana da vent'anni al vertice di qualità e prestazioni nel settore delle autopiste, che ora possiede anche il marchio POLICAR.
Stanno iniziando a produrre i primi prototipi, poi partirà la produzione in Cina.
Ho deciso. La mia pista sarà di nuovo Policar, come quella vecchia, sarà analogica, cioè si corre in due o più, ma ognuno ha il proprio solco, e non puoi cercare la traiettoria ideale, non puoi fare il "rifornimento carburante", mancano insomma tutta una pletora di caratteristiche alcune importanti altre meno, che avvicinerebbero la corsa a una situazione reale, cosa che il digitale può invece fare.
Ma io volevo una pista analogica, senza fronzoli, robusta, affidabile, con potenziale accesso a un parco auto enorme, di tutti i marchi, che possono essere usati su questa pista.

Attendo un po' di mesi, la pista intanto viene commercializzata, ma siamo agli inizi, mancano alcuni pezzi, e io non mi accontento del classico "otto", fosse per quello non mi muoverei nemmeno, voglio un tracciato più lungo e impegnativo, una cosa a metà tra il gioco per bimbi e la pista da club
Il tempo passa, prendo le misure dello spazio destinato al tavolo pista, non vanno bene, sposto libreria, tavolo, tutto il layout della camera è rivoluzionato (meno male che non sono sposato!!!).
Passano i mesi. Mesi di misure, di sogni, di attesa, ma il momento arriva. 
Un negozio serio, affidabile, un negoziante che prima di tutto ha la passione delle slot, e ne sa una più del diavolo, che mi esorta alla calma (raro!), a ponderare bene tutto, che mi prepara quattro layout differenti sulla base dello spazio disponibile.
Scelgo questo:



Bene, ecco qui il risultato:









La Policar presenta un fondo rugoso, sia per la pista che per i cordoli, così se si deposita polvere non diventa una pista di pattinaggio:


Gli incastri sono ottimi, e garantiscono una perfetta planarità dell'assemblato

L'impressione complessiva è di estrema robustezza, ho sollevato da un lato un tratto di pista montata lungo due metri e mezzo (salito su di una scala), e non si è staccato nulla, sembrava un pezzo solo! Monolitica!

 I cordoli e il loro pratico sistema di aggancio


 Le macchinine in scala 1:32, incluse nella confezione, che per iniziare vanno bene:



Alle macchine ho subito rimosso il magnete, che si trova attaccato sotto il telaio, e che tutti quelli accomunati da questa passione come prima cosa smontano, perchè fa rimanere la macchinina incollata alla pista, e se questo va bene per chi ha bambini, toglie l'ebbrezza di vedere le auto "scodare" nelle curve, ma soprattutto impedisce di acquisire la capacità di guida.

Auto con magnete...

 e senza magnete (basta togliere le due viti)...

Il risultato è evidente...

 con (facile facile)


e senza...(attenti alle curve)!

Naturalmente il drifitng andrebbe evitato perchè si rischiano uscite di pista, ribaltamenti, danneggiamenti auto, perdita di tempo (se si è in gara...). Per divertirsi in casa con le macchine in dotazione va bene, ma con auto più "serie", e opportunamente preparate, bisognerà arrivare a fare traiettorie più pulite.


Particolare degli incastri...


Particolare ingrandito della superficie, si nota come il rilievo è ottenuto da una serie di piccolissime "piramidi".


Ci sarebbero mille altre cose da scrivere, sulle particolarità tecniche, dal trasformatore a voltaggio in uscita regolabile, ai binari in metallo resistente all'ossidazione, dalla possibilità di aggiungere più corsie, ai cordoli facilmente agganciabili ai bordi, per non parlare degli ingegnosissimi guard-rail in morbida plastica che non solo offrono protezione nelle uscita, ma sono pure di una bellezza scenografica tale che non sfigurerebbero in un diorama...ma fate prima a visitare il sito della Policar dove troverete tutte le informazioni.




 Il sistema rapido di aggancio dei guard-rails.










Bene, è tutto per il momento, col tempo apporterò tutte quelle modifiche e aggiungerò tutti quegli elementi per rendere il colpo d'occhio più scenografico.

Un particolare grazie per i consigli e il supporto continuo a Gianvico Gilberti (Gilpavia), titolare di Wonderland Pavia
E un ringraziamento anche a Udokuoio, c'è anche il suo zampino nel disegno della pista. Udo è una delle colonne portanti del sito Tuttoslot
Per togliervi la curiosità, qui il sito della Policar