mercoledì 25 novembre 2020

Il Lungofiume Stura: puntate di natura (numero 1)

Il fiume Stura di Demonte, lungo poco più di 115 chilometri, che nasce al confine tra Italia e Francia, e che si getta nel Tanaro, è un corso d'acqua importante per noi della provincia di Cuneo e molto significativo per chi ama la natura, la osserva, la studia, la fotografa. Le sue rive sono frequentate da escursionisti, pescatori, cacciatori, ornitologi, fotografi, con questi ultimi sempre più numerosi da alcuni anni a questa parte.

Innanzitutto, è un fiume capriccioso, violento, dall'impetuoso carattere torrentizio, almeno fino a Demonte.
Le sue piene sono violente, impreviste, a volte fatali. Cambiano la morfologia del territorio in un baleno. Ogni anno ripassi in certe zone e non le ritrovi più, semplicemente.

Insomma, qui nella sua valle la fa da padrone, lo Stura, da sempre.
Ma non è un padrone cattivo, anzi.
Le sue acque, le sue sponde, gli isolotti di sabbia e ghiaia, pullulano di vita, offrono cibo, riparo, ospitalità a un numero altissimo di animali.



Molti anni fa, partecipando a un incontro di ornitologi della provincia, venne pronunciata una frase che mi torna in mente ogni volta che vengo qui sul fiume: "Il fiume Stura è un'autostrada".

In mezzo al fiume, placido e dal caratteristico colore blu delle nevi sciolte, nel mese di gennaio.

Lì per lì non capii, ma subito dopo venne la spiegazione: esso è una importantissima rotta migratoria di tantissime specie di uccelli (preponderanti i rapaci), che attraversano i valichi della Lombarda, della Maddalena e di Collalunga, si dirigono poi in Provenza, e poi giù nella Spagna, e poi ancora giù attraverso Gibilterra, arrivano in Africa, nei loro siti di svernamento. Da fine agosto a fine settembre se ne vanno e a maggio arrivano. Molto importante è il monitoraggio di agosto e settembre, dove, da appositi siti (e spesso da distanze siderali visto che veleggiano anche a 4000 metri di quota) si osservano molte migliaia di passaggi, spesso concentrati in poche ore/giorni.


La "storica" migrazione delle gru, nel novembre 2018.

Basta questo per comprendere l'importanza enorme di questo ecosistema che da milioni di anni si sviluppa e continua ad evolversi.
L'Uomo prova a cambiare il corso del fiume, sono sorte città, strade, fabbriche, ma ogni tanto il Fiume ci ricorda quanto siamo piccoli, e si riprende un pezzo di argine là, dove scorreva prima.


Accoppiamento tra Gruccioni, primavera.

Cardellino Juvenes, tra i cardi, mese di giugno.



Una inattesa comparsa in mezzo alle canne, mese di dicembre.



Il Dormiglione...sotto un temporale di giugno.


..."Smetterà di piovere?"...sembra pensare il Falco cuculo. Mese di maggio.


Siti utili per approfondire:

https://www.migraction.net/index.php?m_id=1510&year=0&graph=&frmSpecies=0&frmSite=98&langu=it

http://www.cuneobirding.it/

http://www.piemonteparchi.it/cms/index.php/natura/item/2790-rapaci-i-grandi-veleggiatori-della-valle-stura

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