lunedì 30 agosto 2021

Micro Nikkor f3,5 AIS e Nikkor 300 mm f/4 E PF su Z6II nelle fotografie a distanza ravvicinata.

Scrivo questa breve ma spero utile experience sul campo per dimostrare come l'antico e il moderno si possano utilizzare pienamente su una fotocamera mirrorless dell'ultima generazione come la Nikon Z6II.

I professionisti della macro stiano tranquilli, questo scritto non è dedicato a chi sa comporre macro eccelse, piuttosto a chi vuol saperne un po' di più sull'uso pratico di questi strumenti, e spero possa aiutare qualcuno che inizia questo tipo di fotografia a portare a casa qualche buon scatto.

Il vecchio Micro Nikkor f3,5 AIS l'ho acquistato a una modica cifra, usato, alcuni mesi fa e devo dire che anche se non risolve pienamente su un sensore modernissimo come quello delle mirrorless odierne, è comunque un'ottica macro di notevoli prestazioni, piccolo e leggerissimo (240 grammi). 

Prodotto, in versione AI, dal 1977, raggiunge un rapporto di riproduzione pari a 1:2, e raggiunge il rapporto di 1:1 con l'utilizzo del tubo di prolunga PK-13.

Tanto versatile che lo utilizzo anche come ottica normale in diversi altri ambiti.

Ma in questo primo mattino molto nuvoloso di fine luglio l'ho portato in cerca di insetti per qualche foto a distanza ravvicinata. 


Le condizioni meteo potrebbero essere migliori, una spessa coltre di nubi rende obbligatorio alzare un po' gli ISO (troppo per me...)per avere un tempo minimo di sicurezza che ho scelto intorno al 1/40 - 1/60 di secondo a f/8. Questo già la dice lunga sul primo grande e innegabile vantaggio che l'assenza dello specchio comporta: niente sbatacchiamenti e niente vibrazioni. 

Poi il solito immancabile treppiede Gitzo e lo scatto da remoto, dove utilizzo sempre i miei immancabili Pocket Wizard i quali, anche se ingombrano 'na frisa (un briciolo, in dialetto piemontese), sono comodissimi da usare.

Zygaena, a grande distanza...


E poi molto più vicino ( circa 25 cm.)

ISO 1600, 1/60 s., f8. 
 
 
 Un'ape non è rientrata all'alveare e non ha ancora ripreso i suoi ritmi...

ISO 1250, 1/40 s., f8.

Tanto per capirci, queste sono le distanze di lavoro. Si possono ulteriormente ridurre con l'utilizzo di lenti addizionali o tubi di prolunga.
 

 
 
 

 Ovviamente gli anni si vedono e questo macro risulta perdente a confronto sia del 60 micro AFS e ancora più del 60 G (in ambito reflex), per non parlare dell'ultimo 50 micro Z da pochissimo uscito. Ma in ogni caso non sfigura, qui un particolare:
 

 
Riguardo alle distanze di lavoro, è possibile avvicinarsi ancora di più, ma non avevo una slitta micrometrica, e quindi ho dovuto procedere " a spanne".

to be continued....