sabato 18 giugno 2022

Biecai, il lago che appare e scompare.

 

E' sabato Primo Maggio, un  tempo incerto, tra un timido sole e brutti nuvoloni scuri. La voglia di salire la Valle Ellero è tanta, così come la voglia di provare il nuovo grandangolo, e allora afferro lo zaino già pronto, come sempre, dalla sera prima, e si parte.

Quest'anno con l'auto arrivo quasi fino alla fine della strada, sotto il Cars le valanghe non sono cadute, quindi risparmio un bel po' di passi.

Meta è il lago Biecai, non lontano dall'inizio della camminata. Ma prima di arrivarci, a Pian Marchisa, uno spettacolo mi attende, la fioritura dei crocus è già in pieno sviluppo, un'effervescenza colorata di bianco, giallo, blu e violetto.


 




Salendo dal rifugio Garelli verso il lago, vengo investito da una pioggia ghiacciata, la temperatura è vicina allo zero, incontro solo un paio di escursionisti, ma vado avanti lo stesso. Dopo pochi minuti le gocce di ghiaccio cessano di sferzarmi il viso, ma le nuvole brutte e nere rimangono.

Arrivo alla mia meta. Paesaggio che sembra preso pari pari da Grande Inverno di Games of Thrones, manca solo che dalle colline intorno si faccia avanti l'esercito dei non-morti. 


Ecco, a proposito di morti, pure i resti di un bovino forse assalito dai lupi.   

Il meteo è estremamente mutevole, come si vede dalle foto che seguono; un momento prima sembra che debba scatenarsi Giove Pluvio, un attimo dopo spunta il sole. Osservo i nuvoloni minacciosi: decido di rimanere ancora un po', l'atmosfera è da favola. Sono solo adesso, c'era solo un gruppetto di alcune persone, che hanno già alzato i tacchi in direzione della via del ritorno.


Gironzolo per parecchio intorno al lago, osservando queste stranissime formazioni simili a tanti panettoni. Il Biecai è un lago effimero, l'acqua lentamente filtra attraverso il terreno calcareo svuotando il bacino già nei mesi di giugno-luglio ma progressivamente la quantità primaverile di neve in discioglimento è andata abbassandosi negli ultimi anni, e questo inverno siccitoso e con poche precipitazioni nevose ha dato un mezzo colpo di grazia privandoci dello spettacolo del lago colmo di acqua. Quello che vedete nelle foto è in pratica il fondo del lago, dove lo scorrere incessante di mille rigagnoli ha frantumato il fondo in migliaia di grosse "zolle" spugnose di terra. 

 

Per il resto, solo un po' di neve (poca...) a coprire la conca.


 Decido di ritornare, un ultimo sguardo agli innumerevoli fiori che costellano i pendii,  


...e poi via, verso il fondo valle, dove il sole non ha mai smesso di splendere.



P.S. lo scopo di questa giterella era sì di ammirare i paesaggi delle nostre valli, ma anche di provare il nuovo obiettivo per la Nikon Z, il 14/24 f/2,8. Tutte le foto sono state scattate con questa lente. Prova superata con successo totale, ma ne parlerò in un articolo dedicato.




 

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