giovedì 26 settembre 2024

Marionette dimenticate.

 

Camminiamo in un bosco antico, lentamente, assaporandone colori, odori, movimenti furtivi di foglie smosse dalla brezza.

Le nostre scarpe affondano nella terra umida e marroncina, le nostre gambe accarezzano felci altissime, i nostri visi strappano ragnatele invisibili, tese tra le fronde.

Ad un certo punto, dopo una curva del sentiero, appaiono le case fatiscenti del borgo. Un borgo vecchio, abbandonato decenni fa. Un pugno di abitazioni, una chiesa, per quelle poche anime, e un forno per il pane.

Dimenticato quasi, ecco, dimenticato è l'aggettivo giusto. Obliato, scordato.

 




 

 


Sbirciamo tra le finestre rotte, tra le porte frantumate. Dove si può, senza pericolo, si entra.


 
 

Non si tocca nulla, non si sposta nulla, mi chino più volte a cercare le giuste inquadrature, nella penombra assoluta, cercando un raggio di sole che non arriva. 

Tutto pur di non alterare nulla, proprio nulla. In religioso silenzio.





Mi colpiscono le scatole di farmaci abbandonate sui tavoli e sugli scaffali, come se ci fosse stata una fuga precipitosa.

Ed una giacca, lasciata lì, appesa all'anta di un armadio a muro, come una marionetta dopo lo spettacolo.






 

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