sabato 5 aprile 2014

Michio Hoshino. Un omaggio.



Michio Hoshino è stato un fotografo giapponese, uno dei migliori dei suoi anni.
Specializzato nel fotografare animali e piante selvatiche, ha lavorato soprattutto in Alaska.







Ho letto le sue imprese sul libro "L'orso Azzurro" dell'americano Lynn Schooler, che fu suo amico e gli fece da guida in diverse spedizioni in Alaska in cerca di soggetti da fotografare.
Un ometto piccolino ma tenace, capace di farsi scaricare da un elicottero in piena tundra artica, con solo uno zaino, sacco a pelo e tenda, e di partire a piedi verso l'ignoto.




Il suo grande amore erano gli orsi, in particolare il grizzly, che fotografò in diverse parti del mondo, fino a incontrare quello che nella penisola di Kamchatka in Russia lo uccise l’8 agosto 1996, all'età di soli 44 anni.
I suoi lavori sono apparsi su tutte le maggiori testate fotonaturalistiche mondiali, e in quegli anni fu giudicato uno dei migliori professionisti.
Per me è un esempio di passione e costanza e grazie a persone come lui ho imparato ad amare sempre di più la natura oltre che a cercare di fotografarla.
Le sue composizioni e la sua ricerca sugli accostamenti di colori sono unici, dovuti alla sua enorme sensibilità, tipicamente giapponese.
I suoi scatti sono una poesia per il cuore e gli occhi.
Utilizzava fotocamere e obiettivi Nikon.

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