-Guarda
quest'isola vulcanica, disse il professore.
-Osserva:
questi luoghi portano tutti il nome di Jökull. Questa parola significa
ghiacciaio nella lingua islandese; alla elevata latitudine di quell'isola, la
maggior parte delle eruzioni si aprono la strada attraverso uno strato di
ghiaccio. Ecco perché tutti i ghiacciai dell'isola si chiamano Jökull.
-Va bene,
ammisi. “E lo Sneffels?” Speravo che non ci fosse risposta alla mia
domanda.
Ma mi sbagliavo. Lo zio continuò:
- Seguimi
lungo la costa occidentale dell'Islanda. Ecco questa è la capitale Reykjavik.
Adesso risali gli innumerevoli fiordi di queste coste erose dal mare e
arrestati appena al di sotto del 65° grado di latitudine. Che cosa vedi?
-Una
specie di penisola simile a un osso spolpato che finisce con una rotula
enorme.
-Paragone
azzeccato, ragazzo. Cosa vedi sulla rotula?
-Una
montagna che sembra essere sorta dal mare.
-Benissimo.
E' lo Sneffels.
-Lo
Sneffels?
-Certo!
Una montagna alta 5.000 piedi, una delle più importanti dell'isola e
senza dubbio
tra poco la più famosa al mondo, se il suo cratere porta dritto
dritto al
centro della Terra.
Jules Verne, Viaggio al centro della Terra, 1864
Le pagine di questo libro mi avevano affascinato
quando le lessi da ragazzino,
e nell'estate 2012, visitando la parte occidentale dell'Islanda, abbiamo trascorso alcuni giorni nei luoghi
descritti dal romanzo, partendo dalla capitale Rejkyavik in direzione nord,
visitando la costa sud della penisola di Snæfellsnes fino ad arrivare in vista
di questa montagna alta “solo” 1446 metri.Snæfellsjökull
Siamo poi saliti fino a dove inizia il ghiacciaio,
ammirandone da vicino la vetta.
Punto di partenza è Rejkyavik (pop.120.000), situata su di una piccola penisola.
Vista della città dal punto panoramico di Perlan.
Già da qui si vede la sagoma del vulcano sulla
penisola di Snæfellsnes.
La nera, solitaria chiesa di Búđir, si incontra sulla
strada n.574 che percorre la costa sud della penisola di Snæfellsnes.
La vetta dello Snæfellsjökull si formò quando il
vulcano posto sotto la calotta di ghiaccio esplose e sul suo serbatoio
magmatico si formò una caldera.
Oggi il cratere è pieno di ghiaccio e si
possono scegliere diversi percorsi per raggiungerne la base, noi abbiamo preso
il sentiero sud che parte dalla pista sterrata F570.
Lasciata l’auto, si prosegue a piedi lungo il sentiero
ben tracciato.
La costa sud della penisola di Snæfellsnes, vista dai
750 metri di altitudine dall’inizio del sentiero che porta alla base del
ghiacciaio. Lo sguardo abbraccia un panorama sconfinato.
Non possiamo salire fino alla cima, occorre affidarsi
a guide esperte e disporre dell’attrezzatura adatta, il pericolo di cadere in
crepacci nascosti dal ghiaccio è elevatissimo.
Siamo venuti via in tempo, un po’ di nuvolaglia si alza intorno alla cima.
Veduta del versante nord dello Snæfellsjökull, con la
cima che emerge dalle nuvole. Il nostro ultimo sguardo alla montagna.
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