martedì 14 ottobre 2014

Oslo, capitale vichinga (parte II)



Nella penisola di BygdØy, oggi quartiere residenziale, sorgono i musei più importanti, fra cui il più famoso e visitato di tutti, quello delle tre navi vichinghe, il Vikingskipshuset.




L'imponente Oseberg


Ciò che resta della Tune, sullo sfondo la Gokstad


Sempre a BygdØy, nel vasto Norsk Folkemuseum si può ammirare la bellissima chiesa in legno costruita a Gol intorno al 1200 e spostata a BygdØy nel 1885.




Nel Norsk Folkemuseum si possono ammirare interi quartieri smontati, trasportati qui e ricostruiti come erano.






Usciti dal Museo all'aperto ci si dirige verso il Frammmuseet, costruito intorno allo scafo della nave Fram, l'omonimo museo, accanto a quello Marittimo.



La più resistente nave costruita all'epoca, varata nel 1892, la sua peculiarità era data dalla forma dello scafo a uovo, che le permetteva di scivolare sopra i ghiacci, per poi frantumarli col suo peso. Con Roald Amudsen al suo comando, arrivò a pochi gradi dal Polo Nord, per poi giungere per primo al Polo Sud, nel 1911.

 Non solo si può salire sul ponte della nave,


Ma si può scendere anche al suo interno, osservare le claustrofobiche cabine,


la cucina di bordo,



e poteva mancare la sala macchine? 



Dopo una giornata trascorsa a BygdØy, riprendiamo il battello che in pochi minuti ci riporta nel centro. Da bordo osservo L'Astrup Fearnley Museet, il museo di arte moderna progettato dal nostro Renzo Piano, le cui strutture in legno vetro e acciaio si fondono mirabilmente con l'architettura della città.











Una veduta notturna del quartiere moderno, la città giovane, dinamica, piena di locali, frequentati da giovani e meno giovani, pieni di vita e allegria, specialmente la sera.

La mattina del terzo giorno ci incamminiamo verso il Den Norske Opera & Ballett, il Teatro di Oslo.

Una costruzione avveniristica, che sorge sulle sponde del fiordo, e caratterizzata da linee ardite e forme acute e slanciate.

Anche se d’inverno col ghiaccio è ancora più appariscente, anche nella bella stagione fa la sua figura.

I norvegesi vi si recano anche per prendere il sole durante le giornate estive  e primaverili.



L'interno della Opera House



E' sotto una leggera ma insistente pioggerella che raggingiamo a piedi il Parco di Vigeland, Un luogo particolare, strano, parco, giardino pubblico, museo all'aperto, esposizione di opere d'arte.








Non possiamo mancare una  visita al Museo Nazionale, dove rimaniamo estasiati davanti alle opere di Picasso, Monet, Manet, Cezanne, Munch. Io rimango dieci minuti buoni seduto davanti all'Urlo, ne assaporo ogni curva, ogni pennellata. E' strettamente vietato fotografare in questa particolare sala, che conserva molte delle opere del tormentato artista, ma non avrei mai scattato la foto, non me ne sarei sentito degno.

In una delle altre sale, fotografo questa tela del pittore Erik Werenskiold, dal titolo Peasant Burial. Mi ha impressionato l'estremo realismo del dipinto, sembra una fotografia, il mio scatto non rende assolutamente l'idea. Ma io ne sono rimasto folgorato.

 





Bene, spero con questa carrellata di immagini e commenti di avervi condotti virtualmente in un giro per una delle capitali più moderne intriganti e funzionali d'Europa.

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